Progetto

CORRISPONDENZE IMMAGINARIE

Il Ci, iniziali di Corrispondenze immaginarie, è una particella pronominale che concorre alla declinazione del pronome personale noi. Ciascuna lettera si può considerare allo stesso modo come “una particella che prende senso solo attivando un noi”, trovando in chi la riceve una risposta, destinata a comporre una nuova unità, una “comunità immaginaria”, quanto effettiva, generata da una condizione di reciprocità capace di riannodare i pensieri, le paure, i desideri e le ossessioni di molteplici voci che si muovono tra passato e presente, attraverso la pratica lenta della scrittura manuale e la doppia dimensione propria alla lettera, che circola tra lo spazio domestico e quello pubblico.

La Corrispondenza immaginaria è pensata come un fluire di energia da persona a persona che si fonda su un principio di dono e di scambio, delle lettere ma anche delle identità. Partendo dall’idea che scrivere a mano è la traccia del passaggio tra il pensiero e il corpo, trascrivere il pensiero di un’altra persona innesca un processo di immedesimazione nel pensiero dell’altro e di uscita da sé stessi; allo stesso modo, rispondere a una lettera che non ci è stata originariamente indirizzata, produce uno spostamento dalle traiettorie personali.

Parallelamente all’attività di trascrizione manuale condotta direttamente dall’artista, a Volterra i cittadini sono chiamati a partecipare a sessioni di scrittura pubblica performativa durante i quali altre lettere saranno trascritte ed inviate: gli scrittoi pubblici. In questo modo le calligrafie personali di ogni copista affluiranno nelle spedizioni, moltiplicando e disseminando la nozione di autorialità, per dare forma a un’opera pubblica plurale.